La Juventus ha deciso per la cessione dopo sei mesi in cui il calciatore non ha convinto. La storia è incredibile.
Questo perché si tratta di una sliding doors già attraversata in passato dalla società bianconera.
Andiamo a scoprirne qualcosa di più.
L’arrivo tra grandi aspettative
Charly Alcaraz non dovrebbe rimanere, ma c’è un precedente preoccupante. Nel 1998, Thierry Henry approda alla Juventus, una squadra che all’epoca dominava il panorama calcistico italiano e che aveva alle spalle prestazioni eccellenti sia in campionato sia nelle competizioni europee. La Juventus, infatti, si presentava ai nastri di partenza del campionato di Serie A come la grande favorita, forte dei successi recenti e di un organico che vantava svariati campioni del mondo. Tuttavia, l’inizio di stagione non fu esaltante come ci si aspettava.
La stagione 1998-99 si rivelò complicata per la Vecchia Signora a causa delle scorie lasciate dal Mondiale e da un infortunio grave occorso ad Alessandro Del Piero. Questo evento sconvolse i piani della squadra, portando la dirigenza a cercare sul mercato un sostituto adeguato. In questo contesto tumultuoso fece il suo ingresso Thierry Henry dalla porta principale: giovane promessa del calcio mondiale con già nel palmarès una Coppa del Mondo vinta con la Francia e una buona esperienza internazionale con il Monaco.
Nonostante le grandi aspettative riposte su di lui, Henry trovò numerose difficoltà nell’ambientarsi nel calcio italiano. Il modulo tattico utilizzato dalla Juventus non sembrava valorizzare le sue caratteristiche migliori; infatti, mentre al Monaco era abituato a giocare in un attacco a due o all’interno di un tridente offensivo, alla Juve venne spesso impiegato come esterno d’attacco o addirittura come centrocampista offensivo sulla fascia sinistra. Questa posizione non gli permetteva di esprimere pienamente il suo talento naturale da attaccante puro.
L’utilizzo costante in una posizione non congeniale ebbe ripercussioni sul rendimento dell’attaccante francese. Nonostante alcuni lampi della sua classe innata – come dimostrano le prestazioni contro Roma e Lazio dove riuscì comunque a mettersi in mostra – Henry faticò a trovare continuità realizzativa ed espressiva nel corso della sua permanenza bianconera. La situazione divenne talmente complessa che anche i media italiani cominciarono ad avere dubbi sulle sue effettive capacità.
Il precoce addio
La permanenza di Thierry Henry alla Juventus durò meno di una stagione; dopo soli 196 giorni l’avventura si concluse con più ombre che luci. La decisione della dirigenza juventina di cederlo all’Arsenal segnò l’inizio della trasformazione dell’attaccante francese in uno dei giocatori più determinanti del suo tempo sotto la guida tecnica di Arsène Wenger nei Gunners.
Henry lasciò quindi Torino senza aver potuto dimostrare pienamente il suo valore in maglia bianconera ma pronto a diventare uno degli attaccanti più prolifici e spettacolari nella storia recente del calcio mondiale durante gli anni successivi con l’Arsenal.
Il passaggio alla Juventus rimarrà nella carriera dell’ex attaccante francese come un breve capitolo contrassegnato da difficoltà e malintesi tattici che tuttavia non ne hanno pregiudicato l’esplodere definitivo nel panorama calcistico internazionale.