Oggi vi raccontiamo la storia di un allenatore costretto in sedia a rotelle, un tecnico che è riuscito nella sua carriera a raggiungere straordinari risultati.
Purtroppo la salute l’ha costretto ad affrontare diversi problemi nel corso del tempo.
Andiamo a scoprire qualcosa in più su di lui.
Se pensate che nel calcio gli allenatori si possano dividere semplicemente in vincenti e perdenti, forse non avete ancora sentito parlare di Oscar Washington Tabarez. La sua è una storia che va oltre i trofei e le medaglie, toccando le corde più profonde dell’essere umano e del calciatore. Tabarez ha insegnato molto più di tattiche e schemi: ha trasmesso valori, ha educato al rispetto, alla lotta quotidiana contro le difficoltà, dimostrando che il vero successo sta nel percorso stesso più che nella destinazione.
Nato il 3 marzo 1947 a Montevideo, Uruguay, Tabarez non è cresciuto né in povertà né in ricchezza. Fin da piccolo si è trovato immerso nella cultura del calcio giocato per strada, dove ogni partita era un’occasione per stare insieme agli amici. Nonostante non fosse il più talentuoso tra i suoi coetanei – quel ruolo spettava al cugino Miguel Ancel – la passione per il gioco lo ha sempre accompagnato.
Prima di diventare un allenatore riconosciuto a livello mondiale, Tabarez ha intrapreso la carriera di insegnante. Questa esperienza lo ha profondamente segnato; lavorare con bambini disabili e nei quartieri poveri gli ha insegnato l’importanza della persuasione rispetto all’imposizione. Questa filosofia lo accompagnerà anche nei suoi anni come tecnico calcistico.
La carriera da calciatore di Tabarez non fu particolarmente brillante; tuttavia, gli permise di accumulare esperienze preziose che si riveleranno fondamentali una volta diventato allenatore. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo nel 1979 a causa degli infortuni e delle difficoltà economiche familiari legate alla malattia della figlia Tania (inizialmente diagnosticata erroneamente con distrofia muscolare), decise di dedicarsi completamente all’insegnamento prima di fare il grande salto nelle giovanili del Peñarol grazie ad un documento scritto durante una notte d’ispirazione.
La vera svolta nella carriera di Tabarez avvenne quando prese le redini della nazionale uruguaiana Under-20 nel 1983. Da lì in poi seguirono anni ricchi sia di soddisfazioni professionali sia personali: dalla vittoria della Copa Libertadores con il Peñarol fino alle esperienze europee con Cagliari e Milan. Ma è soprattutto alla guida della nazionale maggiore dell’Uruguay che Tabarez lascia un segno indelebile: sotto la sua guida tecnica l’Uruguay raggiunge traguardi importantissimi come il quarto posto ai Mondiali del 2010 e la vittoria della Copa America nel 2011.
Tabarez viene ricordato non solo per i risultati ottenuti ma anche per il suo modo pacato ed educativo di gestire la squadra. Sempre elegante nell’abbigliamento quanto nelle parole, ha dimostrato che si può essere grandi maestri senza necessariamente alzare la voce o imporsi autoritariamente sui propri giocatori.
Negli ultimi anni della sua carriera, Tabarez ha dovuto affrontare una sfida ben più grande dei match sul campo: una neuropatia cronica che lo ha costretto ad utilizzare un bastone prima e poi mezzi motorizzati per muoversi lungo i bordicampi. Nonostante ciò, mai si è arreso o mostrato scoraggiamento; anzi, ogni apparizione pubblica era occasione per trasmettere forza e positività.
Oscar Washington Tabarez rimarrà nella storia del calcio mondiale non solo come uno degli allenatori più longevi ed esperti ma soprattutto come esempio vivente del fatto che l’integrità personale e professionale può andare ben oltre qualsiasi successo sportivo.
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