Il fenomeno dell’Inter è morto per un minuto, il racconto è incredibile così come la paura che si è mossa attorno a questa delicata situazione.
Un racconto che lascia tutti senza parole e che crea grande preoccupazione, ma cosa è accaduto?
Andiamo a ripercorrere una storia incredibile.
Il 13 luglio 1998 è una data che rimarrà per sempre impressa nella storia del calcio mondiale, ma soprattutto nella vita di Ronaldo Luis Nazario de Lima, meglio conosciuto come il Fenomeno. Quel giorno, dopo la finale dei mondiali giocata allo Stade de France di San Denis tra Francia e Brasile, Ronaldo torna a casa mostrando un’immagine di sé completamente diversa da quella del devastante attaccante ammirato fino a quel momento.
Ronaldo scende dalla scaletta dell’aereo che riporta la nazionale brasiliana a casa tenendosi al corrimano, barcollando e rischiando di cadere a ogni passo. L’uomo che solo ventiquattro ore prima era sceso in campo contro la Francia sembra ora l’ombra di sé stesso. Questo contrasto solleva immediatamente una serie di interrogativi sulla sua condizione fisica e sulle circostanze che hanno portato alla sua prestazione sottotono durante la partita più importante della sua carriera.
Per comprendere appieno l’impatto di quel momento, dobbiamo fare un passo indietro e ricordare l’incredibile stagione 1997-98 vissuta da Ronaldo con l’Inter. A soli 21 anni aveva già conquistato il Pallone d’Oro ed era considerato l’incubo peggiore per qualsiasi difensore grazie alle sue prestazioni strabilianti. La finale della Coppa UEFA contro la Lazio aveva visto il brasiliano segnare uno dei gol più memorabili della competizione, consolidando ulteriormente la sua fama internazionale.
La nazionale brasiliana si avvicinava ai Mondiali del ’98 come favorita assoluta, anche grazie al contratto milionario firmato con Nike, che aveva fatto del giovane fenomeno il volto principale della propria campagna pubblicitaria. Tuttavia, nonostante le aspettative altissime e una fase a gironi superata senza particolari problemi (se non una leggera flessione nelle prestazioni personali), qualcosa iniziava a non andare nel verso giusto per Ronaldo.
Già prima dell’inizio del torneo erano noti i problemi fisici affrontati da Ronaldo: operazioni al ginocchio, problemi alla caviglia e una tendinopatia bilaterale che lo tormentava costantemente. Durante i mondiali stessi fu necessario ricorrere a continue infiltrazioni per permettergli di giocare – un campanello d’allarme impossibile da ignorare.
Il culmine delle difficoltà arriva proprio nelle ore precedenti alla finale contro la Francia: improvvisamente Ronaldo viene colpito da convulsioni violentissime nella propria stanza d’albergo – un evento traumatico testimoniato dai compagni di squadra presenti sul posto. Nonostante questo episodio drammatico e i dubbi sulla sua effettiva capacità di giocare sotto quelle condizioni fisiche ed emotive, Ronaldo viene inserito all’ultimo minuto nella formazione titolare dopo essere stato portato d’urgenza in clinica per degli accertamenti.
Le versioni ufficialmente fornite parlano inizialmente di crisi epilettica dovuta allo stress; tuttavia emergono poi teorie alternative riguardanti possibili cause cardiache legate ad una posizione innaturale assunta guardando la Formula 1 poco prima delle convulsioni. Queste ipotesi gettano ulteriormente ombre su quanto realmente accaduto quel giorno e sulle decisioni prese dallo staff medico riguardanti il suo impiego in campo.
Non mancano poi le speculazioni relative alle pressioni esercitate dagli sponsor – principalmente Nike – affinché Ronaldo partecipasse alla finale indipendentemente dalle sue condizioni salute; accuse sempre fermamente negate dall’interessato ma che hanno alimentato dibattiti sia nell’opinione pubblica sia nelle istituzioni brasiliane fino ad arrivare al Parlamento.
La vicenda relativa alle condizioni fisiche ed alla partecipazione o meno alla finale dei Mondiali ’98 ha rappresentato senza dubbio uno dei momenti più buii nella carriera sportiva del Fenomeno; un episodio complesso caratterizzato da dubbi medici ancora irrisolti ufficialmente ed ombreggiati dalle dinamiche commercial-sportive dell’epoca.
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