Ma lo sapete che un cane ha salvato la storia del calcio? Senza di lui non avremmo mai visto Messi e Cristiano Ronaldo.
Una storia incredibile che lascia col fiato sospeso e che ha un epilogo inspiegabile.
Andiamo ad analizzare tutto da vicino.
Il furto che sconvolse l’Inghilterra
Nella primavera del 1966, l’Inghilterra si preparava a ospitare il Mondiale di calcio, un evento che avrebbe dovuto celebrare non solo lo sport ma anche la capacità organizzativa britannica. Gli inglesi, autoproclamatisi maestri del calcio, avevano deciso di esporre la Coppa Rimet insieme a una preziosa collezione di francobolli nella Westminster Hall. Questa decisione si rivelò però fatale: la coppa venne rubata, lasciando gli organizzatori e l’intero paese in uno stato di shock e incredulità.
Di fronte al furto della coppa, la Football Association fu costretta ad affrontare le critiche e a cercare soluzioni immediate per evitare un disastro reputazionale prima ancora dell’inizio dei mondiali. La decisione di creare una copia della Coppa Rimet in gran segreto fu una mossa disperata ma necessaria. Nel frattempo, Scotland Yard venne incaricata delle indagini ma senza piste concrete da seguire, il recupero dell’iconico trofeo sembrava un obiettivo sempre più irraggiungibile.
La situazione prese una svolta quando alla sede della Football Association arrivò un pacco contenente un pezzo della Coppa accompagnato da una richiesta di riscatto. L’intervento sotto copertura degli agenti portò all’arresto di Edward Batchley durante il tentativo fallito dello scambio. Sebbene si rivelasse essere solo un intermediario senza informazioni utili sul vero ladro o sulla posizione della coppa, questo episodio aggiunse ulteriore dramma alla vicenda.
Quando tutto sembrava perduto e con i mondiali alle porte, entrò in scena l’improbabile eroe: Pickles, una cagnolina che durante una passeggiata serale con il suo padrone David Corbett trovò casualmente la Coppa Rimet avvolta in un giornale sotto un cespuglio. Questo ritrovamento non solo salvò gli organizzatori dal potenziale imbarazzo ma trasformò Pickles in un eroe nazionale.
Il ruolo cruciale giocato da Pickles nel ritrovamento della coppa le valse immediatamente premi generosi e celebrità nazionale: dalla somma considerevole ricevuta dal suo padrone alle fornitura a vita di croccantini fino alla partecipazione a eventi prestigiosi come il party post-vittoria del mondiale. Inoltre, questa vicenda portò alla decisione prudenziale da parte degli organizzatori di assicurare la coppa per 300.000 sterline e proteggerla con misure di sicurezza estreme fino al termine dei mondiali.
La storia del furto e successivo ritrovamento della Coppa ha lasciato nell’immaginario collettivo non solo aneddoti curiosi come quello relativo all’utilizzo potenzialmente errato delle coppe durante le premiazioni ufficiali ma ha anche evidenziato vulnerabilità nella gestione degli oggetti simbolici dello sport globale che hanno portato a riflessioni più ampie sulla sicurezza degli eventi internazionali.
L’avventura legata al furto e al ritrovamento della Coppa nel 1966 rimane uno dei capitoli più insoliti e affascinanti nella storia dei Mondiali FIFA; uno spaccato storico dove lo sport incontra mistero ed eroismo quotidiano nel cuore dell’Inghilterra calcistica.