Zlatan Ibrahimovic’ è stato protagonista di una vera e propria tragedia, nessuno si poteva aspettare una cosa del genere ma cosa è successo?
Uno dei calciatori più forti di sempre si è dovuto arrendere all’evidenza di una situazione difficile, se non impossibile, da accettare.
Andiamo a vedere cosa è successo.
Nell’estate del 2009, il mondo del calcio assiste a uno dei trasferimenti più clamorosi della storia: Zlatan Ibrahimovic lascia l’Inter per vestire la maglia del Barcellona. Questa mossa è vista come una risposta diretta del club catalano alla campagna acquisti galattica intrapresa dal Real Madrid, che aveva portato a Madrid campioni del calibro di Kakà e Cristiano Ronaldo.
Il Barcellona, fresco vincitore del triplete sotto la guida di Pep Guardiola, decide di puntare su Ibrahimovic per continuare a dominare sia in Spagna che in Europa. La trattativa si rivela complessa ma alla fine viene chiusa con l’inclusione di Samuel Eto’o più un conguaglio economico a favore dell’Inter.
L’arrivo di Ibrahimovic al Camp Nou è accolto con grande entusiasmo sia dai tifosi che dalla stampa. Le sue prime dichiarazioni sono piene d’amore verso la nuova squadra; promette gol e spettacolo, sottolineando come il Barcellona rappresenti il futuro del calcio. Tuttavia, nonostante un inizio promettente con gol importanti sia in Liga che in Champions League, cominciano presto ad emergere i primi segnali di tensione all’interno dello spogliatoio.
Il fulcro delle difficoltà incontrate da Ibrahimovic sembra essere il suo rapporto con Pep Guardiola e indirettamente anche quello con Lionel Messi. Secondo quanto raccontato dallo stesso svedese, le richieste tattiche dell’allenatore catalano non collimavano perfettamente con le sue caratteristiche da attaccante puro. In particolare, la decisione di Guardiola di modificare il modulo per far giocare Messi come falso nueve va a scapito dello spazio operativo di Ibrahimovic sul campo.
Nonostante alcuni lampi della sua indiscutibile classe, la stagione procede tra alti e bassi per lo svedese che vede diminuire progressivamente il suo impatto sul gioco della squadra. Questo porta inevitabilmente a frizioni sempre più evidenti tra lui e Guardiola fino ad arrivare a vere e proprie rotture comunicative.
La situazione diventa insostenibile quando diventa chiaro che lo stile di gioco prediletto da Guardiola non prevede un centravanti fisico come lui ma punta piuttosto sulla fluidità offensiva garantita da giocatori tecnicamente dotati e versatili come Messi. A fine stagione, dopo aver contribuito alla conquista dei titoli nazionali ed internazionali disponibili (fatta eccezione per la Champions League), viene deciso comune accordo che le strade tra Ibrahimovic e il Barcellona debbano separarsi.
La conclusione dell’avventura barcelonista porta Ibrahimović al Milan nell’estate 2010 grazie anche ad una sapiente manovra negoziale orchestrata dall’allora amministratore delegato rossonero Adriano Galliani. Nonostante i dubbi legati alla sua esperienza catalana poco felice, Zlatan riesce rapidamente a riconquistare gli scetici dimostrando sul campo tutto il suo valore: trascina infatti i rossoneri alla conquista dello Scudetto nella stagione 2010-2011 rilanciando così definitivamente la sua carriera dopo l’amara parentesi spagnola.
In definitiva, sebbene l’avventura barcelonista possa essere ricordata come uno dei periodi meno brillanti nella carriera sportiva di Zlatan Ibrahimović – contrassegnata da aspettative non pienamente soddisfatte ed evidenti problemi relazionali – essa rappresenta comunque una fase cruciale nel suo percorso professionale; un capitolo ricco d’insegnamenti che ha contribuito significativamente alla crescita umana ed atletica dell’enigmatico campione svedese.
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