Il calcio italiano contro il governo. L’ipotesi della creazione di un organo che controlli i bilanci delle società ha fatto infuriare i club
Un documento provvisorio preparato dal ministro dello Sport Andrea Abodi, ha scatenato la veemente reazione dei venti club della nostra Serie A. La vicenda ormai di dominio pubblico risale a qualche giorno fa, quando il contenuto di una bozza di legge è stato reso pubblico da alcuni quotidiani.
Secondo quanto emerge da questa bozza il governo italiano sarebbe sul punto di costituire una sorta di organo finanziario indipendente dalla Federazione Italiana Gioco Calcio che abbia il potere di controllare e verificare i bilanci delle 20 società di Serie A prima di concedere il via libera all’iscrizione al massimo campionato. Un’iniziativa dai contorni ancora non ben definiti che ha scatenato il panico tra i club e gli stessi vertici della FIGC.
Sia il numero uno di Via Allegri, Gabriele Gravina, che quello della Lega di Serie A Lorenzo Casini hanno espresso tutta la loro stizzita contrarietà al presunto intervento a gamba tesa del governo italiano, reo di voler interferire pesantemente nell’attività del calcio professionistico.
Lo stesso presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha parlato di “pesanti e ingiustificate ingerenze della politica nello sport italiano“. A nulla è valso il tentativo immediato del ministro Abodi di rassicurare i protagonisti del nostro calcio. “Non c’è alcuna ingerenza, anche perché il via libera all’iscrizione dei campionati spetterà sempre alla FIGC e non a questo organo terzo“.
La Serie A contro il governo, il ministro Abodi contrattacca: le sue parole scuotono il mondo del calcio
Di fatto, secondo Gravina and company, il calcio italiano finirebbe tra le fauci dell’esecutivo. Uno scenario che indispettisce tutti i protagonisti del pallone, compresi i massimi organismi internazionali come FIFA e UEFA ma che forse non corrisponde in toto alla realtà dei fatti. O quantomeno non ai programmi del governo Meloni.
Come ha ribadito il ministro dello Sport Abodi, intervenuto nel corso del programma Radio Anch’io lo Sport in onda su Radio Rai, la politica non ha alcuna intenzione di assumere il controllo del calcio italiano, ma vuole semplicemente contribuire a rendere più efficaci e trasparenti i controlli finanziari sui bilanci dei club.
“Mi domando come mai tanta agitazione – le parole del ministro -, stiamo parlando semplicemente di controlli finanziari, che dovrebbero essere quasi un fattore neutro. Devono essere fatti bene e possibilmente anche in modo indipendente e terzo“. Abodi chiude con una frecciata nei confronti della FIGC: “Se è tutto ok non avranno problemi a far controllare i bilanci a organi terzi. Oppure a volte si sono chiusi entrambi gli occhi per gli amici?“.