Condanna di oltre due anni di carcere per aver venduto pacchetti di abbonamenti illegali: ecco cosa è accaduto in Inghilterra
Nel mondo del calcio e dello sport in generale, la pirateria sta crescendo sempre di più. Tale fenomeno mina i diritti televisivi e i ricavi dei club e delle leghe ed i problemi economici sono molteplici.
Alcuni campionati come la Premier League, la Serie A ed altre organizzazioni sportive in tutto il mondo, stanno intensificando gli sforzi per combattere questa forma di pirateria che danneggia l’economia dell’industria sportiva.
Secondo quanto riportato da sportface.it, un episodio recente è accaduto in Inghilterra, quando un uomo di nome Steven Mills è stato arrestato e condannato a due anni e mezzo di carcere a causa della vendita illegale dei cosiddetti “Firesticks”. Questi sono dei veri e propri pacchetti di abbonamento illeciti, accessibili tramite chiavette USB (le firesticks, per l’appunto) che permettevano ai tifosi di guardare le partite della Premier League in modo assolutamente contrario alla legge. Questo caso di pirateria sportiva è venuto alla luce grazie a un’indagine congiunta tra la Premier League, la polizia inglese e l’organizzazione antipirateria FACT.
Steven Mills condannato ad oltre due anni di carcere: ecco i servizi che offriva illegalmente
La pirateria, condotta da Mills attraverso un gruppo Facebook privato, era attiva da ben cinque anni prima di essere smascherata nelle scorse ore.
Durante questo periodo, i pirati avevano attirato migliaia di utenti desiderosi di accedere ai contenuti sportivi in modo certamente non autorizzato. Tuttavia, le autorità sono riuscite a identificare diverse migliaia dei suoi utenti clienti, dimostrando così l’entità piuttosto consistente delle attività illegali.
Il servizio offerto da Mills, commercializzato con i nomi “Pikabox” e “Eyepeeteevee”, dava la possibilità di accedere a contenuti illeciti ai tanti clienti che acquistavano tali chiavette e dispositivi. Tali dispositivi sono modificati per consentire la visualizzazione di un’immensità di contenuti sportivi e non solo. Ciò è avvenuto attraverso l’uso di VPN (Virtual Private Network) che nascondevano la loro reale posizione e consentivano l’accesso ai flussi illegali.
La condanna di Steven Mills a due anni e mezzo di carcere è un chiaro segnale da parte delle autorità che stanno prendono sempre più sul serio il fenomeno della pirateria sportiva. L’obiettivo delle autorità è quello di perseguire coloro che cercano di sfruttare illegalmente i contenuti protetti da copyright. Questo verdetto dovrebbe servire come monito per altri che potrebbero essere coinvolti in attività simili. La dimostrazione che si vuole dare è che le conseguenze legali possono essere piuttosto gravi, proprio come capitato a Mills.