Il mondo dello sport è scosso dalla morte improvvisa di Walewska Moreira de Oliveira, un fenomeno del volley mondiale anche in Italia
Improvviso e inatteso, per questo ancora più doloroso come in fondo sono tutti i lutti. Perché la notizia della morte di Walewska Moreira de Oliveira, per i tifosi del volley semplicemente Walewska è arrivata come una mazzata anche in Italia, soprattutto a Perugia dove è stata grande protagonista in carriera.
Una vicenda sulla quale comprensibilmente vige il massimo riserbo, anche perché nel suo Brasile era un idolo assoluto. Come ha anticipato il quotidiano ‘O Globo, c’è un’inchiesta aperta della polizia locale di San Paolo, dove viveva la campionessa.
Tutto quello che sappiamo è stringato. Walewska si trovava al diciassettesimo pianto dell’edificio nel quale viveva, nella zona del quartiere Giardinia. Poco dopo le 18 un tonfo e l’arrivo dei primi soccorsi che hanno provato rianimarla sul posto. Ma ogni tentativo si è rivelato inutile e un paio di ore dopo la campionessa è stata dichiarata morta sul posto.
Decisive potrebbero essere le videocamere presenti anche a quel piano, che ospita l’area ricreativa del condominio. Al momento sono aperte tutte le ipotesi anche se quella prevalente sembra essere legata ad un suo gesto volontario che ha gelato tutti i tifosi brasiliani.
Perché se la nazionale femminile verdeoro negli ultimi vent’anni è stata tra le grandissime protagoniste del volley mondiale, il merito è stato anche suo. E non a caso Josè Roberto, a lungo tecnico del Brasile, ha commentato la notizia con poche parole: “Ho perso una figlia. Per me è molto difficile parlarne.
Dramma Moreira: una carriera inimitabile in Europa e con la maglia del Brasile
La carriera professionistica di Walewska Morerira era iniziata nel 1997 nel Minas, club della sua città natale a Belo Horizonte. Pochi mesi dopo era arrivato il momento del debutto con la nazionale brasiliana con la quale ha vinto cinque campionati sudamericani di fila tra il 1999 e il 2007.
Nel 1998 era passata al Curitiba, dove è rimasta per tre anni, prima di spostarsi al São Caetano nella stagione 2003-2004. Il vero salto però lo ha fatto l’anno dopo, quando per la prima volta ha deciso di lasciare la sua comfort zone per sbarcare in Italia. Un grandissimo colpo della Sirio Perugia e con quella maglia aveva vinto tutto: scudetto e Coppa Italia, Coppa di Lega ma anche Champions League e Coppa CEV.
L’esperienza a Perugia durò tre anni prima di emigrare in Spagna con la maglia del CAV Murcia. Infine in Russia, con lo Zareč’e Odincovo e poi il rientro in patria per vestire i colori del GRER, poi del Campinas, del Minas, del Praia Clube, dell’Osasco e ancora del Praia Clube, dove nel 2022 chiuse la carriera di pallavolista professionista.
Ma è stata grandissima anche come centrale della sua nazionale. Argento al World Grand Prix 1999 e bronzo nella Coppa del Mondo. Quindi nel 2000 arrivò la prima convocazione per l’Olimpiade di Sydney, in Australia, dove vinse la medaglia di bronzo. La vera consacrazione però con l‘oro alle Olimpiadi di Pechino 2008, suo punto massimo in carriera.
Aveva raccontato tutto nel libro Outras Redes” e nel documentario “O Último Ato” e in una delle sue ultime interviste parlava così. “Tutto quello che faccio oggi ha lo scopo di mostrare le conoscenze che ho acquisito in questi 30 anni e parlarne. Il 1° ottobre compirò 44 anni. Ho almeno altri 40 anni di vita produttiva”.