Tempi duri per i ‘furbetti del pezzotto’: con il nuovo dispositivo non c’è alcuna possibilità di farla franca come in passato
L’inizio del campionato ha riservato una sgradita sorpresa per gli utenti del pezzotto. Dal 7 agosto è ufficialmente entrata in vigore la ‘legge anti-pirateria audiovisiva’, la c.d. ‘legge anti-pezzotto’, che mira appunto a contrastare la visione illegale di contenuti audiovisivi coperti da copyright.
Sebbene sia stata invocata in particolare dai broadcaster DAZN, Sky e dalla Lega Serie A, la legge riguarda anche film, serie Tv e qualsiasi altro contenuto audiovisivo. Comunque, non v’è ombra di dubbio che il calcio sia il più colpito e quindi penalizzato (economicamente parlando) dal deprecabile fenomeno del ‘pezzotto’, dispositivo ‘pirata’ che consente la fruizione illegale di contenuti a pagamento.
Grande, pertanto, la soddisfazione espressa per l’approvazione della suddetta legge da Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A, che ha reso noto che la volontà comune di tutte le parti coinvolte è quella di completare il prima possibile la fase dei test di verifica per attivare la piattaforma Piracy Shield già dal prossimo mese di ottobre.
Legge “anti-pezzotto”: siti oscurati in 30 minuti e 5 mila euro di multa per gli utenti
Tempi duri, dunque, per gli utilizzatori del ‘pezzotto’ che, come sottolineato da Luigi De Siervo, grazie alla fattiva collaborazione tra Agcom, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Lega Serie A e Fapav (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), ai sensi della legge ‘anti-pirateria’ rischiano sanzioni penali ed economiche oltre a essere subito ‘stanati’ con il conseguente immediato oscuramento del sito.
Infatti, l’Agcom, su segnalazione delle parti, potrà intervenire e oscurare in 30 minuti i siti che trasmettono illegalmente i contenuti coperti da copyright. Inoltre, come detto, la predetta legge prevede sanzioni a carico sia chi trasmette illegalmente i contenuti sia chi ne fruisce: i primi rischiano fino a 3 anni di carcere mentre i secondi fino a 5 mila euro di multa.
Insomma, non c’è alcuna possibilità per i ‘furbetti del pezzotto’ di farla franca come in passato tanto che Federico Bagnoli, Presidente della Federazione (FAPAV), in un’intervista concessa al ‘Sole 24 Ore’, ha definito la legge ‘anti-pirateria’ un ‘fatto storico nella lotta alla pirateria audiovisiva e sportiva’, dietro cui, è bene rimarcarlo, c’è la regia di vere e proprie organizzazioni criminali.
E tra i broadcaster più colpiti, secondo l’indagine Fapav-Ipsos, lo sport è l’unico comparto che fa registrare un trend in incremento negli ultimi anni, con 41 milioni di atti di pirateria nel 2022, pari a un incremento del 178% rispetto al 2017.
Quindi, servirsi di un ‘pezzotto’ per gustarsi illegalmente il calcio in tv on in streaming significa non solo drenare risorse economiche dal mondo del calcio ma anche farle affluire nelle tasche di criminali. Chi ama davvero il calcio, pertanto, non utilizza il ‘pezzotto’.
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