L’ex presidente torna a parlare della sua recente esperienza: Gasperini e Cassano in cima alle sue preferenze
Proprio nel momento in cui Gian Piero Gasperini e Antonio Cassano sono tornati al centro dell’attenzione mediatica per motivi diversi, uno che di calcio ne ha masticato negli ultimi anni, a dir la verità con risultati poco edificanti, è tornato a parlare della squadra che ha presieduto per quasi nove stagioni.
Se Gasperini ha fatto parlare di sé per le parole di Joachim Maehle, il quale lo ha definito una sorta di dittatore, salvo poi fare dietrofront, Cassano ha invece colpito tutti per il suo pronostico di fine campionato, ponendo Milan e Napoli al di fuori della Champions League.
Due dichiarazioni che hanno fatto discutere, ma mai come quelle recenti dell’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, noto ai più per essere un personaggio vulcanico e decisamente fuori dalle righe. Ecco cosa ha detto di recente durante un’intervista.
Massimo Ferrero torna a parlare di Samp
La Sampdoria la scorsa stagione ha vissuto una delle stagioni più complicate degli ultimi dieci anni finendo all’ultimo posto in maniera del tutto inaspettata proprio perché a inizio stagione i progetti erano decisamente diversi. E invece nemmeno l’approdo a Genova di Dejan Stankovic, un motivatore nato ma probabilmente ancora acerbo per dirigere una squadra, ha dato ai tifosi doriani quel che desideravano di più, ossia rimanere in Serie A, un palcoscenico che i blucerchiati meritano sempre.
Massimo Ferrero ha parlato a tutto spiano durante una intervista a Radio Cusano Campus dei progetti sportivi che aveva in mente per la sua Sampdoria: “Mi sarebbe piaciuto avere Antonio Cassano come direttore sportivo e Gian Piero Gasperini come allenatore, ma alla Samp non ho avuto il tempo necessario“, afferma l’ex numero uno doriano con un po’ di amaro in bocca per come sia finita la sua esperienza iniziata nel lontano 2014.
Le dichiarazioni di Ferrero arrivano a distanza di qualche mese dalla turbolenta cessione del club finito ora nelle mani della cordata guidata da Aser Group e Gestio Capital. Turbolenta perché lo stesso ex presidente aveva provato fino all’ultimo a non cedere quello che era il suo club ritardando di molto la sua firma conclusiva, arrivata soltanto agli inizi di giugno, anche per le pressioni giudiziarie cui era sottoposto da tempo.