La Roma poteva finire in altre mani rispetto ai Friedkin e a confessarlo è stato il diretto interessato. Le parole dell’ex presidente
Il passaggio da una gestione americana all’altra ha visto i giallorossi rimanere in un contesto internazionale. Eppure c’è stato un momento, nel 2020, quando la proprietà poteva tornare ad essere italiana.
La Roma è stata la prima società importante in Italia ad avere una proprietà straniera. Bisogna risalire al lontano 2010, quando dopo aver ceduto la società alla banca Unicredit, la famiglia Sensi fece definitivamente la sua uscita di scena. Qualche mese dopo, l’istituto di credito trovò un acquirente dall’altra parte dell’Oceano, con una cordata americana che faceva capo a Thomas Di Benedetto (prima) e James Pallotta (dopo).
Anni controversi quelli, fatti di rapporti burrascosi con la tifoseria, andamento altalenante da un punto di vista tecnico e decisioni impopolari sui protagonisti più amati (vedi gli addii di Totti e De Rossi). Fatto sta che per quasi un decennio la società capitolina è andata avanti nel medesimo modo, tra una contestazione e l’altra e qualche bella soddisfazione in campo (vedi la semifinale di Champions League contro il Liverpool).
Alla fine, nell’agosto 2020, furono i Friedkin ha rilevare il pacchetto azionario di maggioranza da Pallotta, provando a rilanciare il club.
Roma, prima dei Friedkin poteva esserci Ferrero: “Volevo comprare la società”
All’epoca, però, con la vecchia gestione intenzionata a vendere, tra i pretendenti c’era anche Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria. A rivelarlo è stato proprio lui, in una recente intervista ai microfoni di Radio Cusano Campus.
“Stavo per comprare la società tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Avevo parlato con Guido Fienga e si era ipotizzato di vendere la Sampdoria per prendere la Roma”.
Ferrero poi entra anche nello specifico: “Parlai con Barnaba, che all’epoca gestiva la cessione per conto di Pallotta”. Per quanto riguarda le eventuali scelte che invece avrebbe fatto l’ex numero 1 blucerchiato è piuttosto chiaro: “Non avrei preso Mourinho, perché lo giudico più un motivatore che un allenatore, come Gattuso”.
Nel rinnovare gli auguri alla famiglia Friedkin, Massimo Ferrero non esclude di tornare magari alla carica in futuro, per realizzare quello che considerava un sogno sin dai tempi dei Sensi, quando si era accostato una prima volta ai colori giallorossi. Mai dire mai. Certo, il feeling con i tifosi romanisti non è che sia mai stato idilliaco…