Juventus graziata dall’arbitro Di Bello che la salva da un rigore ed espulsione contro. Ma nel dopo gara succede di tutto
È il minuto 71 di Juventus-Bologna, disputatasi ieri all’Allianz Stadium di Torino. Gli ospiti sono avanti di una rete. Durissimo contatto di Iling-Junior ai danni del giocatore ospite Ndoye. L’esperto arbitro Marco Di Bello della sezione di Brindisi valuta il tutto come regolare contrasto di gioco, per quanto irruento, e lascia che il match prosegua senza neppure rivedere l’episodio al VAR. Signori, siamo di fronte alla prima grande polemica del campionato di Serie A 2023-2024. Un momento tanto atteso ma che al contempo non si è fatto attendere (siamo solo alla seconda giornata…) e che sarà destinato a far parlare di sé nei mesi a venire.
La partita si chiude poi in parità sul punteggio di uno a uno. Ma i venti minuti dopo il triplice fischio si tramutano presto in un vero e proprio inferno. La dirigenza felsinea si apposta al di fuori dello spogliatoio dell’arbitro Di Bello, quasi volesse tendergli un agguato. Tuttavia a fare irruzione è il solo amministratore delegato Claudio Fenucci, Joey Saputo sceglie saggiamente di rimanere fuori.
Ne scaturisce una discussione molto accesa, la tensione è palpabile. Chi fa le veci del club emiliano esige spiegazioni, si palesa la necessità di saperne di più su questo ormai famigerato contatto tra Ndoye e Iling-Junior non fischiato, ma soprattutto sul perché non si sia fatto ricorso all’ausilio del VAR.
Juventus-Bologna, le parole al veleno di Fenucci
L’atmosfera è a dir poco elettrica, l’aria che si respira è quella di un film di Tarantino. Scorrono le lancette e Fenucci si presenta davanti alle telecamere, volendo metterci la faccia in tv al fine di dare un segnale. Il dirigente definisce senza mezzi termini l’episodio «insopportabile», «una follia». Un episodio così eclatante e straordinario da stravolgere quella caratura morale che ne ha connotato l’intera carriera: negli ultimi decenni il Bologna mai si era esposto così, utilizzando pubblicamente questi toni perentori. Solitamente, a seguito di un torto arbitrale i dirigenti se la risolvevano in modo privato.
Quello di ieri è stato ben più di uno scandalo. Si potrebbe forse azzardare a dire che sia stato un vero e proprio oltraggio. «Faccio questo lavoro da venticinque anni e non mi avete visto spesso di fronte ai microfoni – Fenucci così dichiara –, faccio i complimenti alla squadra, ha giocato una partita di grande livello ma un errore arbitrale clamoroso ha tolto una vittoria che ormai era certa».
Che altro dire? La furia cieca e il livore da parte di chi subisce un’ingiustizia così plateale sono inevitabili e non possono che ricevere l’umana comprensione di colleghi, sottoposti, addetti ai lavori e pure i tifosi, indipendentemente dalla squadra che tifano. Il Bologna conserva in ogni caso un buon organico e nelle ultime trentasei partite proverà ad imporre i propri valori tecnici per raggiungere gli obiettivi prefissati. Rimane però un ultimo interrogativo a riguardo: e se malauguratamente il Bologna dovesse retrocedere in B per soli uno o due punti, chi risarcirà i rossoblù per quanto successo ieri a Torino?