Siamo ormai ai dettagli per l’approdo, sulla panchina della nazionale asiatica, di un personaggio molto discusso in patria
Non saranno i 50 milioni annui paventati all’inizio – probabilmente la cifra era stata diffusa in questi termini anche per evidenziare il tipo di ‘scelta’ fatta – ma siamo comunque nell’ambito dei 25-30 milioni a stagione. Più che sufficienti, evidentemente, per rivoluzionare la propria vita, quella dei propri cari e anche quella dello staff che lo seguirà nell’insolita ma remunerativa avventura.
Siamo ormai ai dettagli, come riferisce La Gazzetta dello Sport, per la celebrazione del matrimonio tra una delle figure più popolari del calcio italiano – sia per la sua straordinaria carriera di calciatore che per quella di allenatore – e la nazionale dell’Arabia Saudita. Già, proprio quella, unica nel Mondiale in Qatar, ad aver avuto la meglio sull’Argentina, poi laureatasi campione del mondo. Con una doppia amichevole in campo neutro ormai alle porte – si giocherà a Newcastle, l’8 settembre con la Costa Rica e il 12 con la Corea del Sud – la selezione saudita ha bisogno che il ‘sì’ detto a parole si trasformi in un atto concreto.
Giova ricordare che già a novembre partono le qualificazioni asiatiche al Mondiale 2026. L’Arabia è nel gruppo con Giordania, Tagikistan e una tra Cambogia e Pakistan. Successivamente, dal 12 gennaio al 10 febbraio c’è la Coppa d’Asia (sempre in Qatar). I sauditi sono nel girone con Thailandia, Kirghizistan e Oman. Insomma, incombono impegni di una certa importanza. Meglio mettere tutto nero su bianco e iniziare la collaborazione.
Mancini, è l’ora delle grandi decisioni: fumata bianca ad un passo
Protagonista di un addio alla nazionale italiana che ancora fa discutere, e che ha indignato molti tifosi nonché gli addetti ai lavori – Roberto Mancini era stato già accreditato di accettare l’incarico nel paese arabo praticamente il giorno stesso delle dimissioni da CT dell’Italia. ‘Motivi personali‘, aveva scritto di proprio pugno il Mancio per spiegare la sua decisione.
Vista da molti come una scelta basata solo sul puro aspetto economico, la decisione di Mancini ha deluso moltissimi appassionati. In particolar modo all’ex gemello del compianto Luca Vialli si imputa il fatto di non esser stato sincero, spiegando i veri motivi che l’avrebbero portato a farsi da parte. Proprio dopo aver da poco incassato la fiducia totale di Gravina, che lo aveva reso responsabile anche delle selezioni Under 20 e Under 21.
L’incarico del nativo di Jesi durerà fino al Mondiale nordamericano del 2026. Con Mancini lavorerà anche parte del vecchio staff azzurro, tra cui il tattico Andrea Gagliardi e l’ex team manager Lele Oriali, già avvezzo al ruolo, esercitato nella sua amata Inter.