Il canone Rai è da tempo una delle tasse più odiate da parte degli italiani. Ora la situazione è destinata a cambiare, ma non ci sarà alcuna eliminazione definitiva
L’idea di dover pagare il canone Rai è risultata sempre sgradita alla maggior parte degli italiani, convinti che la TV di Stato non abbia bisogno di questa cifra da parte dei contribuenti. Nel corso dell’anno c’era chi era convinto di potersi risparmiare il pagamento con la frase “Tanto io i canali Rai non li guardo”, ma questo era un ragionamento sbagliato.
L’imposta, infatti, può essere paragonata al bollo auto, proprio per questo risulta difficile riuscire a evitare di pagarla. In entrambi i casi, infatti, è legata al possesso, in un caso dell’apparecchio TV, nell’altro della vettura. Non utilizzare nessuno dei due non può quindi bastare come giustificazione.
Troppo spesso in passato c’era chi pensava di fare il “furbetto” ed evitava di pagare il canone Rai, convinto di poterla fare franca e che non ci sarebbero stati controlli. Questo però generava perdite non da poco nelle casse dello Stato, che non riuscivano mai a essere compensate del tutto.
Il canone Rai resta odiato da tutti
È da qui che è nata l’idea, su iniziativa dell’allora premier Matteo Renzi, di inserirlo nella bolletta della luce, consapevole che quella tutti l’avrebbero ricevuta. Non solo, questo veniva trasformato in un piccolo contributo mensile, in modo tale da pesare il meno possibile sulle tasche delle famiglie.
In passato a più riprese si era comunque parlato di una sua possibile abolizione definitiva, da parte di più di un governo che si è succeduto al potere, ma queste parole non sono mai state tradotte in realtà. Chi pensava che questa potesse essere la volta buona deve mettersi ancora il cuore in pace: si sta infatti pensando di legarlo a un bene che ormai per tutti è diventato di prima necessità e di cui nessuno può fare a meno: il cellulare.
L’idea, che al momento resta comunque solo un’ipotesi, è stata lanciata dal Ministro dell’Economia Giuliano Giorgetti. Ecco qual è lo scenario che potrebbe profilarsi a breve.
Ma cosa comporterebbe nello specifico agli italiani se il canone Rai dovesse essere associato ai cellulari? La domanda è più che lecita, specialmente se si pensa che la maggior parte delle persone ha una ricaricabile, non un contratto ad abbonamento, che richiederebbe la ricezione di una bolletta.
L’idea è quella di rendere tutto flessibile, al punto tale da scalare i soldi previsti dalla tassa nel momento in cui si fa la ricarica al proprio telefono. Una soluzione che sembra ricordare quanto accadeva in passato, quando all’importo scelto si aggiungevano sempre 5 euro in più.
Il numero di cellulari in possesso dei cittadini permetterebbe di abbassare ancora di più l’importo, nonostante molti sperassero in un’eliminazione totale della tassa. Non si deve più pensare che la cifra sia dovuta solo perché si ha un apparecchio.
“Le nuove modalità di sviluppo e di fruizione della TV, come dimostra Raiplay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device – sono state le parole di Giorgetti in Commissione di Vigilanza -. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni. Se si decidesse di richiedere il pagamento solo perché si ha un’utenza telefonica mobile attiva, il numero della platea aumenterebbe, in modo tale da diminuire il costo pro capite del canone Rai”. A quel punto si trasformerebbe in una tassa sul cellulare.