Arriva un incredibile retroscena su Antonio Conte: gravi accuse per il tecnico salentino dall’Inghilterra
Si è conclusa nel peggiore dei modi la seconda avventura in Premier League per Antonio Conte. Il tecnico salentino, grande protagonista in Serie A sulla panchina della Juventus prima e dell’Inter poi, dal 2016 al 2018 aveva vissuto un periodo di grandi soddisfazioni professionale alla guida del Chelsea. Il suo ritorno a Londra, come tecnico degli Spurs, non ha però dato i frutti sperati e a distanza di mesi arrivano accuse gravissime nei suoi confronti.
Gliel’ha fatto davanti a tutti, senza porsi alcun tipo di problema. L’accusa indirizzata contro l’allenatore è grave e ci offre uno spaccato delle difficoltà, anche ambientali, vissute dal tecnico in questa sua seconda esperienza inglese.
Un’esperienza segnata da problemi di salute, nostalgia per la famiglia e da risultati non del tutto soddisfacenti. Un insieme di ingredienti che ha reso la sua permanenza Oltremanica a dir poco insopportabile, portandolo all’esasperazione fino al punto di fargli perdere la testa in alcuni momenti molto difficili della stagione.
Conte sotto accusa: un suo ex giocatore mette nei guai l’allenatore italiano
Che Antonio Conte sia un allenatore duro, tosto, un sergente d’acciaio desideroso di imprimere il proprio marchio a fuoco su giocatori e squadra, non lo scopriamo certo oggi. Raramente un calciatore si era però lamentato in questo modo del suo allenatore. Solitamente il gruppo squadra lega in maniera viscerale con un tecnico come Conte. Al Tottenham, però, qualcuno i suoi metodi non è riuscito ad apprezzarli, e a distanza di mesi ha lanciato accuse gravi nei confronti dell’ex Juventus.
Protagonista di questa vicenda incresciosa è stato l’attaccante brasiliano Richarlison. Il centravanti già nel corso della stagione aveva più volte criticato l’allenatore italiano, reo di averlo utilizzato con il contagocce. E lo aveva fatto pubblicamente, attraverso un’intervista in cui aveva chiesto di giocare di più.
Un comportamento che non era per nulla piaciuto a Conte. Nonostante lo stesso nazionale verdeoro avesse quindi deciso di chiedergli scusa e si fosse prostrato, al punto da chiedere al tecnico di punirlo, Conte non ha voluto mostrare pietà, non lo ha perdonato, e anzi lo ha umiliato davanti a tutti.
Lo ha rivelato lo stesso attaccante ai microfoni di the Que Papinho Podcast: “Mi ha risposto che il capo era lui e ha passato quasi due ore a rimproverarmi sotto gli occhi di tutti“. Una punizione che, nell’ottica di Conte, avrebbe dovuto diventare esemplare per un gruppo squadra vittima di troppi individualismi. E che invece, forse, potrebbe essersi trasformato in un clamoroso boomerang.
Giocatori poco abituati al pugno di ferro, infatti, difficilmente avrebbero potuto accettare passivamente di essere ‘maltrattati’ in questo modo. E quello che è accaduto nei mesi successivi potrebbe essere stato una diretta conseguenza di quanto avvenuto proprio in quel momento.