A distanza di tempo la confessione davvero inaspettata sul passaggio alla Ferrari: come sarebbero andate le cose altrimenti?
Nel mondo del lusso, della sportività e della competizione, il marchio Ferrari è una garanzia ma anche un sogno a cui un pilota non può non ambire. La Scuderia oggi difesa de Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr. vanta nella sua storia 16 titoli mondiali Costruttori e 15 Mondiali Piloti. Numeri da capogiro, da abbinare a 243 GP vinti. Tuttavia, anche nella storia della casa automobilistica probabilmente più nota al mondo c’è stato qualche no, che risuona a distanza di tanto tanto tempo.
L’ha pronunciato un pilota che è il sesto con più presenze nell’intera Formula 1 col Cavallino Rampante. Uno di quelli che ha disputato 96 GP con la Rossa, alla pari di un’altra leggenda ovvero Fernando Alonso. Ben 24 podi e 5 vinti, in Ferrari insomma ha trascorso gli anni più esaltanti e di successo della sua esperienza. Si tratta di Gerhard Berger. In due momenti ha offerto le sue prestazioni alla Ferrari: prima dal 1987 al 1989, poi dal 1993 al 1995.
Per l’oggi imprenditore austriaco il rapporto con Ferrari è sempre stato di grande e reciproca stima nonché affetto, negli anni in cui nel Circus si dominava in lungo e in largo. Proprio in memoria di quelle epoche, il nome di Berger è circolato fra quelli che potrebbero rientrare nel progetto della Rosa, la quale è in un profondo percorso di ricostruzione.
Il no che la Ferrari non si aspettava: la confessione arriva in pubblico
Le indiscrezioni hanno trovato conferma nelle parole del pilota di Wörgl, il quale ha ammesso di essere stato interpellato dal team per lavorare con loro in Formula 1. A ‘Osterreich’ ha ammesso: “In effetti, delle trattative ci sono state”. L’esperienza di Berger è preziosa non soltanto per i trascorsi, ma anche per il resto: dal 2017 ha vestito per diverse stagioni l’asset del DTM.
Tuttavia, al momento l’austriaco non vuole essere coinvolto in questo tipo di attività, che finiscono per assorbire ogni grammo di tempo e attenzione. Senza giri di parole lo riconosce: “Non voglio farlo più. Mi piace esserci da osservatore e dire la mia, ma non voglio più sentire pressione e stress per tutta la vita”. Berger preferisce dedicarsi alle sue aziende, la cui direzione la condivide coi figli. Un no che fa male, ma non cancella gli anni di tante vittorie e legame emotivo.