Attivo da 12 anni, il Fair Play Finanziario finora non ha mai convinto i tifosi e i club: presto tutto cambierà, c’è la conferma
C’è un fantasma che aggira sul calcio europeo ad almeno dodici anni e ha anche un nome. Il Fair Play Finanziario nelle idee della Uefa che lo aveva codificato e adottato dove essere il principale strumento per vigilare su bilanci dei club. Ma fino ad oggi è stato veramente così?
A giudicare da quello che tutti i tifosi hanno visto e letto, assolutamente no. I club, anche quelli meno grandi, continuano ad essere indebitati in maniera pesante. Soprattutto c’è chi continua a fare mercato e ad investire somme importanti anche quando dovrebbe essere messo in condizione di non poter operare.
Quindi così come è strutturato oggi, il Fair Play Finanziario è di fatto inutile. Ma quali sono le sue regole e quindi come funziona? Il principio è quello dell’equità nei bilanci anche se nessuno in Europa è mai riuscito ad imporre un reale salary cap come avviene invece negli sport professionistici a stelle e strisce.
In concreto, i bilanci degli ultimi 3 anni di ogni squadra squadre partecipante alle competizioni sono esaminati da una commissione apposita. Verifica che non ci siano debiti arretrati verso i propri dipendenti, i fornitori, gli organismi discali e verso altri club. Ma al tempo stesso ogni società deve dimostrare di avere investimenti sul futuro e quindi presentare piani finanziari fatti di entrate certe o investimenti.
La perdita di bilancio non può superare i 5 milioni di euro e questa in teoria è l’unica deroga. Chi sgarra, dopo un processo sportivo nel quale l’accusa è rappresentata dall’Uefa stessa, rischia da una sanzione pecuniaria fino alla penalità di punti. La sanzione massima è l’esclusione dalle coppe europee. Ma ogni club può stabilire un Settlement Agreement, proposto dalla Uefa, concordando la sanzione da scontare.
Il principio è equo, le regole attuali no e per questo la Uefa è pronta a cambiarle. L’ultima conferma è arrivata dal presidente della Federcalcio europea, Aleksander Ceferin, intervistato dall’emittente olandese NOS.
“La nostra idea è impedire che due o tre club con risorse illimitate arrivino a un budget di 5 miliardi o 10 miliardi. Altrimenti ogni nostra competizione non sarebbe più interessante”. Per questo ci sarà una riforma profonda, anche se non è chiaro quando.
Fair Play Finanziario, due grandi club stanno tremando: gli sviluppi sono imprevedibili
Per ora quindi vale il Fair Play Finanziario in corso e lo sanno bene due club che rischiano grosso al momento. Il primo è il Manchester City, da anni nel mirino con la gestione qatariota.
Tutte le accuse dell’Uefa si sono risolte in una bolla di sapone nel 2020, quando il TAS di Losanna ha cancellato la squalifica iniziale di due anni dalle competizioni continentali. La sanzione era stata commutata in una multa da 10 milioni di euro, senza ulteriori danni.
Ora però i freschi campioni d’Europa sono finiti nel mirino della Premier League che contesta una serie di violazioni amministrative. La Lega vuole fare chiarezza sui bilanci dalla stagione 2009/10 a quella 2017/18. In più ha chiesto al club di dare collaborazione fornendo i documenti relativi alle ultime cinque stagioni sportive, inclusa quella attualmente in corso.
In pratica sotto inchiesta ci sono le stesse operazioni contestate dalla Uefa e il club sarà giudicato da una commissione indipendente. Soprattutto, per regolamento, qualsiasi decisione finale non potrà essere appellata al TAS.
Ma cosa significa sgarrare lo sa anche la Roma che deve trovare sul mercato 30 milioni di euro entro il 30 giugno per onorare i suoi impegni finanziari con la Uefa. Ha appena ceduto Benjamin Tahirovic all’Ajax guadagnando 8,5 milioni e altrettanti potrebbe ricavarli dal Sassuolo cedendo Volpato e Missori.
Il ds Thiago Pinto lavora per piazzare a titolo definitivo Vina, che interessa al Bournemouth, ma ci sono anche altri esuberi come Reynolds, Kluivert, Shomurodov, Carles Perez e Villar.
Se però non dovesse trovare quei soldi entro la fine di giugno, arriveranno nuove sanzioni dalla Uefa che possono sfociare nel blocco del mercato e nella cancellazione dalle coppe.