La storia di Ayrton Senna nel Mondiale di Formula 1 poteva essere completamente diversa: spunta un retroscena clamoroso
Quello appena passato doveva essere il weekend del Gran Premio di Imola che darà appuntamento ai tifosi l’anno prossimo. Ma pensare a quella gara fa tornare sempre in mente il tragico destino di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.
Due morti in altrettanti giorni che avevano sconvolto il mondo della Formula 1 ma non solo. Perché il pilota austriaco si stava affacciando allora nell’automobilista che conta. Ayrton era invece un’icona per tutti, anche quelli che tifando per la Ferrari o altre Case lo consideravano un nemico sportivo, oltre che un campione inimitabile.
Uno shock assoluto, anche perché le cause dell’incidente alla sua Williams sono state stabilite con certezza solo anni dopo e quel 1° maggio 1994 nessuno lo ha potuto salvare. Così come molto tempo dopo abbiamo scoperto un’altra verità.
Il fenomeno brasiliano aveva deciso un futuro molto diverso per lui, perché finalmente era arrivato il momento di fare il grande passo. Dalla stagione successiva avrebbe potuto liberarsi e firmare per la Ferrari, arrivando finalmente a Maranello per coronare un grande sogno e rinascere insieme.
La sua morte ha cambiato tutto, anche il futuro delle Rosse. Nel 1996 l’Avvocato Agnelli decise di puntare direttamente su Michael Schumacher e fu così che cominciò l’ultimo ciclo vincente delle Rosse anche se fu necessario aspettare altri 4 anni per il Mondiale.
Oggi però spunta fuori una nuova verità legata al passato di Ayrton e alla sua avventura in F1. A raccontarla è un protagonista assoluto del Circus fin dai primi anni ’90 come Eddie Jordan, ex team manager dell’omonima squadra che aveva anche fatto debuttare nel Mondiale.
Un’avventura bella, che ormai è finita da tempo ma che per lui poteva avere uno sbocco diverso. Lo ha svelato al podcast ‘Formula for Success’. Nel 1982 insieme a lui lavorava Jim Wright che aveva il compito di scovare giovani piloti su cui investire per il futuro e quindi seguiva tutte le serie minori a caccia di campioni.
Un giorno arrivò da lui e gli disse che aveva trovato un fenomeno. Un brasiliano che si chiamava Da Silva (secondo cognome di Senna, ndb) ed era arrivato terzo nel festival della Formula Ford. Lui si mosse personalmente per andarlo a vedere correre in Formula Ford 2000 e lo impressionò subito. Quindi provò ad ingaggiarlo l’anno successivo, ma non ci era riuscito perché lo aveva già messo sotto contratto la Marlboro.
Anni dopo però, una nuova opportunità. Senna voleva lasciare la McLaren ma non aveva ancora firmato per la Williams. “Che ci crediate o no, gli ho offerto il 50% del team gratis per venire a guidare per la Jordan, ma avrebbe dovuto rimanere come comproprietario. Credevo che con Senna in squadra il valore effettivo del team sarebbe stato più che raddoppiato”.
Così come per la Ferrari, anche per lui il piano sfumò dopo la tragedia al GP di San Marino 1994 e fino ad oggi nessuno sapeva che la storia avrebbe potuto essere diversa.
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