Rai, Amadeus a rischio! In Viale Mazzini si prevede a breve un vorticoso giro di nomine, e di poltrone
È partito l’assalto alla Rai. Con la chiara vittoria elettorale del 25 settembre 2022 la coalizione di centro-destra ha conquistato la maggioranza in Parlamento. Ora il nuovo governo targato Giorgia Meloni si sta apprestando alla scalata della Rai. Niente di nuovo sotto il sole e soprattutto nulla di cui scandalizzarsi. Fino ad ora.
Al momento le porte girevoli sembrano riguardare più gli alti funzionari di Viale Mazzini. Primo fra tutti, l’amministratore delegato Carlo Fuortes che, da qualche giorno, ha rassegnato, più o meno forzatamente, le sue dimissioni. Quella poltrona così ambita sarà presto occupata e da quel momento inizierà un “profondo cambiamento” nei pressi di Viale Mazzini.
Cambio dei vertici, cambio dei volti televisivi per un radicale cambio di linguaggio e di messaggi da inviare al pubblico che paga il canone. Nel gioco di chi entra e chi esce è facile individuare la regola che guida assunzioni ed epurazioni. Chi ha simpatie politiche vicine all’attuale maggioranza riceverà promozioni perfino insperate, chi non condivide determinate idee verrà messo, più o meno cordialmente, alla porta.
Rai, Amadeus a rischio!
Allarmi! verrebbe da gridare. Dopo aver condotto ben quattro edizioni del Festival di Sanremo, con numeri impressionanti a livello di ascolti, il conduttore più vincente, e seguito, della Rai, rischia un serio ridimensionamento. Perché?
L’ultima edizione del Festival di Sanremo ha già allarmato la nuova maggioranza di governo. Troppa fluidità, messaggi ritenuti eccessivi, inopportuni, perfino “diseducativi”, soprattutto se sbandierati e gettati in pasto al pubblico in una prima serata di una kermesse canora. Fin da febbraio il conduttore ravennate, nella sua doppia veste che include anche la direzione artistica, è uno di quei nomi che rischia “qualcosa”. Cosa?
Certo non la cacciata della Rai, che sembrerebbe riproporre in toto una delle pagine più oscure della storia della nostra televisione, ovvero “l’editto bulgaro” proclamato da Sofia dall’allora premier Silvio Berlusconi grazie al quale, da lì a poco, si sarebbero chiuse le porte della Rai per Michele Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. Per quanto riguarda il Festival di Sanremo, Amadeus ha ancora un anno di contratto come conduttore e direttore artistico.
Amadeus può correre il rischio di un ridimensionamento per quanto riguarda il suo ruolo all’interno della kermesse canora. Può rimanere nella veste di conduttore, perdendo, però, quella di direttore artistico. Ma dopo quattro conduzioni di grande successo il conduttore ravennate accetterebbe di buon grado questa ipotesi? Al momento, però, Amadeus ha davvero altri pensieri. Con l’Inter ad un passo dalla finale di Champions League, la Rai targata Meloni non rientra tra le sue priorità. Dopo la finale se ne parlerà. Forse.