Il nome di Valentino Rossi nel Motomondiale, anche dopo il suo ritiro, resta sempre il più amato dai tifosi: il nuovo annuncio piace a tutti
Chi pensava che Valentino Rossi, dopo aver staccato ufficialmente con il Motomondiale, facesse vita da pensionato, dovrà ricredersi. Ha cominciato già lo scorso anno con l’Endurance, sogna la 24 Ore di Le Mans e intanto è pronto per una nuova avventura.
Se è vero infatti che negli ultimi anni il loro rapporto non ha funzionato, la storia legata a Yamaha è stata una bella parte della sua vita e anche una rivincita. Quando nel 2004, dopo sei titoli mondiali con Aprilia (in 125 e 250) e Honda nella classe regina, nessuno pensava che il suo arrivo sarebbe bastato a risollevare il marchio. Invece sono arrivati altri tre Mondiali e un paio li ha persi all’ultima gara dell’anno.
Ora il Dottore ha scelto una nuova carriera, il suo legame con la Casa di Iwata è rimasto comunque fortissimo. Ancora di più dopo l’annuncio arrivato lo scorso weekend in Spagna: Rossi e Yamaha hanno firmato un accordo pluriennale per farlo diventare ufficialmente ‘Ambasciatore’ del marchio in tutto il mondo.
I termini li ha spiegati ha spiegato Tetsu Ono, Direttore Generale Motorsport Strategy di Yamaha. Ancora una volta ha ribadito l’orgoglio di poter tornare a lavorare spalla a spalla con Valentino.
Sapere che tutte le loro moto, in primis quelle stradali, saranno approvate e in qualche caso provate da uno che ha vinto nove mondiali è un sintomo di garanzia. Per i giapponesi, almeno quelli della Casa del Diapason, è il GOAT e quindi il più grande di sempre.
“Questo accordo tra me e la Yamaha regala una grande emozione – ha commentato Valentino – perché abbiamo lavorato insieme per molti anni in passato, era naturale farlo. Anche dopo il ritiro, ho continuato a usare le moto Yamaha perché mi piace”.
Ma Rossi, intervistato da Motorsport.com, ha smentito che l’anno prossimo il Team VR46 possa diventare un satellite della Casa giapponese. Il contratto con Ducati è valido fino al 2024 ed entrambi intendono onorarlo. E poi la sua vecchia M1 continua ad avere molti problemi, come dimostrano le gare di Quartararo e Morbidelli.
A tutti piace vincere ed essere messi nelle condizioni migliori di farlo. Quando era arrivato lui a vestire la tuta della Ducati, il matrimonio non aveva funzionato per mille motivi, anche perché la Desmosedici di allora non era così competitiva.
Il lavoro fatto dall’ingegner Dall’Igna e dal suo staff negli ultimi anni però, come dimostra anche la vittoria di Bagnaia nel 2022, è stato decisivo e oggi è la moto da battere. Quindi, va bene l’amore per Yamaha ma per ora stanno tutti bene così.
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