Gabriele Gravina va di fretta, il presidente della Figc punta a un totale cambio per il calcio italiano. Dopo due mondiali visti da spettatori, forse è giunto davvero il momento di imprimere una svolta, che sta arrivando con una mossa spiazzante.
Figc e Gravina puntano alla svolta
L’analisi sui problemi della Serie A e in generale del movimento italiano parte da lontano. Due mancate partecipazioni al mondiale sono una ferita che brucia, anche se c’è chi addirittura ha fatto peggio tra le nazionali blasonati.
Gabriele Gravina presidente della Figc ora sta puntando al cambio radicale del calcio italiano. Dopo Abodi che ha scongiurato le rate per i debiti dei top club, ora è stata annunciata quale sarà la sorta di panacea per risollevare il nostro movimento.
Calcio italiano, una mossa per ripartire
Il presidente federale, intervenuto a margine di un evento letterario, ha così fatto il punto della situazione. Come riportato da Tmw, è stato molto critico per quanto riguarda la situazione attuale, quella che non soddisfa proprio nessuno.
Gravina e la Figc hanno trovato una carta per il rilancio del calcio italiano: ospitare Euro 2032. Una rassegna che porterebbe a uno sviluppo strategico e di infrastrutture, a distanza di anni dal mondiale ospitato nel 1990 e non troppo riuscito, guardando anche alle strutture rimaste spesso con un punto interrogativo nella sua completa funzionalità.
Gravina punta tutto su Euro 2032
La candidatura è in ballo con la Turchia, il presidente sa bene che non si può lasciare sfuggire via questa grande opportunità. Gravina e il calcio italiano fanno sinergia per l’appuntamento fissato tra dieci anni, ma bisognerà muoversi in anticipo.
Proprio il presidente della Figc ha sottolineato come bisognerà essere davvero convinti e andare dentro al progetto con entusiasmo ma anche con modernità, per non dare illusioni. Soprattutto, sono undici già le mete individuate come sede per le partite, da capire quante strutture andranno modernizzate e quante se ne aggiungeranno. Allo stato attuale, solo le città di Udine e Torino avrebbero un impianto secondo i parametri attuali, non a caso sono impianti di proprietà.