Lo sport italiano ha una marcia in più: il presidente della Fitav, Luciano Rossi, ne è più che convinto. In esclusiva, il numero uno del tiro a volo in Italia fa un bilancio su come questo sport stia diventando sempre più importante, a rappresentare valori rilevanti da abbinare a risultati eccezionali.
Lo sport che piace: Luciano Rossi promuove l’Italia
Per una volta deroghiamo dal calcio, offrendovi un’esclusiva con il presidente nazionale della Fitav, Luciano Rossi. Classe 1953, è un uomo di sport a tutto tondo, pronto anche per assumere responsabilità internazionali di rilievo da candidato alla presidenza dalla Issf, ovvero la federazione mondale del tiro a segno e a volo.
All’indomani del premio Coni “Collare d’oro”, con Luciano Rossi parliamo di sport italiano e di Fitav. Partendo anche dalla nuova governance sportiva: «Sono amico del ministro Andrea Abodi e sostenitore del nostro comitato olimpico e del grande lavoro del presidente Giovanni Malagò. Ci sentiamo protagonisti tutti di una grossa credibilità, il ruolo dell’Italia è assolutamente importante».
Cultura e solidarietà per andare avanti
Lo sport italiano per Rossi è già ad un livello altissimo, anche se servirebbe una maggiore educazione scolastica per avvicinarci ai parametri degli americani. Sicuramente, il grande lavoro fatto negli anni non si dimentica, partendo proprio dalla Fitav: «Abbiamo fatto conquiste culturali, siamo riconosciuti come un’eccellenza, dando un’impronta di un made in Italy vincente anche con le attività paraolimpiche».
Tiratori che rappresentano un modello vincente: «Lo sport italiano guarda alla Fitav con fiducia – continua Rossi – la nostra è una gestione solidale, che ha punti di forza, dando risposte puntuali e precise nel corso del tempo. Questa disciplina è la più sicura, la pratichiamo con armi da fuoco e siamo i primi a interpretare un sano cambiamento».
Il movimento italiano può essere aiutato
Una questione da dibattere riguarda le stesse società. Per Rossi lo sport italiano deve capire come «le Asd hanno delle difficoltà, non possiamo equipararle alle società professioniste, per costi e logistiche. Da noi alla Fitav nessuno guadagna milioni di euro, ma abbiamo anche rispetto di chi li percepisce… ci mancherebbe. Siamo uno sport fatto dal contributo spontaneo, dove la gente investe il tempo nel fare ciò che gli piace».
Infine, c’è la consapevolezza di potersi proporre anche in ben altri campi: «La candidatura all’Issf – continua Luciano Rossi – può essere un valore aggiunto allo sport italiano. È stata una scelta fatta con grande determinazione, abbiamo una squadra e dei programmi concreti, stiamo cambiando con coraggio e fiducia grazie all’impegno di uomini, tecnici e atleti». L’avversario per questa nomina sarà il russo Vladimir Lusin.