Il ministro dello Sport Andrea Abodi vuole cambiare sin da subito il calcio italiano ed è pronto a entrare in prima linea. Non è un caso come sia già stato approvato quel piano di rilancio, che passa attraverso una mossa fondamentale per il futuro dello sport italiano.
Abodi deciso, il calcio cambierà
A poche settimane dal suo insediamento, già arrivano le prime decisioni di uno dei ministri maggiormente osservati. Andrea Abodi è uomo di riforme, un ministro che punta a rilanciare il calcio italiano e lo sport in generale.
Salutato con fiducia dai vertici, si è messo subito al lavoro per trovare una quadratura all’interno di un mondo in netta difficoltà. La prima mossa del suo dicastero va subito a dare una sterzata rispetto a quanto fatto in precedenza, mettendo così su di giri tutto il sistema.
Il ministro appoggia il progetto italiano
La nota arrivata all’Ansa dimostra come non si voglia perdere tempo. Probabilmente siamo indietro anni luce rispetto agli standard dello sport europeo, ci sarà bisogno di recuperare terreno ma per farlo ci vorrà anche una sana progettazione.
Andrea Abodi come ministro promuove il calcio italiano e pensa ad Euro2032 come volano decisivo: ha infatti sottoscritto una lettera di sostegno all’Uefa per la candidatura della nostra Federcalcio, in merito all’organizzazione della rassegna da portare in Italia. La Figc, dal canto suo, sta preparando un ulteriore dossier in dettaglio, che sarà analizzato nei prossimi giorni, dove illustrare il progetto di rilancio.
Euro2032 da fare in sinergia con la Figc
Le priorità dell’agenda del governo accelereranno in virtù di questa decisione. Abodi infatti vuole dare un nuovo slancio al calcio italiano, il ministro punta su Euro2032 per completare una serie di iniziative. La competizione non sarebbe il punto finale, quanto un tramite utile per il miglioramento dell’intero settore.
Infatti, ha garantito come saranno snellite tutte le vicende burocratiche, per arrivare all’appuntamento continentale (ancora da confermare) al massimo e con strutture all’avanguardia. Tutto ciò mette sull’attenti anche le società calcistiche, sempre indecise sulla vicenda degli stadi di proprietà e che attendono anche aiuti dal governo per sopravvivere.
