Diego Simeone in un top club d’Italia, da rilanciare in panchina dopo l’avventura con l’Atletico Madrid. È questa l’intenzione del tecnico argentino, che starebbe valutando un clamoroso addio agli spagnoli per raggiungere il campionato dove gioca suo figlio Giovanni.
Il Cholo decide, vuole l’Italia
Undici anni nello stesso club sono certamente un record in epoca moderna. Soprattutto quando si vince contro squadre semplicemente mostruose e per due volte si “rischia” anche di conquistare la Champions League.
Diego Simeone ha fatto dell’Atletico Madrid un top club e per questo punta l’Italia. Dove ci sono altre big ad attenderlo, vogliono la tempra di un uomo sempre molto attaccato alla nostra nazione. Da calciatore indossò le maglie di Pisa, Lazio e Inter, da allenatore salvò il Catania subentrando a Marco Giampaolo.
Un top club in Italia punta Diego Simeone
L’esperienza da tecnico in Serie A durò cinque mesi, quando fece praticamente un capolavoro in rossoblù. Fu subito “intercettato” dai colchoneros e il progetto tecnico decollò alla grande. Secondo Tutto Atalanta, Simeone può lasciare l’Atletico e puntare con decisione su un top club come l’Inter in Italia.
È l’argentino il primo nome per il post Inzaghi, nonostante il riscatto dell’italiano in campionato c’è ora chi vorrebbe questo cambio in panchina. Potrebbe essere proprio la nuova proprietà nerazzurra ad accelerare questa operazione.
Simeone-Inter, prima ipotesi post Inzaghi
Il tecnico argentino non direbbe di no ai nerazzurri. Vorrebbe aprire un ciclo, dopo undici anni all’Atletico sa che c’è poco ormai da fare. Già nel maggio scorso sembrava vicino all’addio, dovuto a una clausola per la mancata qualificazione in Champions, acciuffata poi all’ultimo turno della Liga.
Diego Simeone può ora puntare un altro top club, l’Inter per l’Atletico è una scelta nonché un cambio che lo convince. Al suo posto in Spagna si ipotizza già il nome di Luis Enrique, che lascerebbe dopo il mondiale la nazionale iberica per tornare su una panchina di club. Un giro vorticoso di tecnici, a dimostrazione di come il Qatar possa essere non solo una miccia per i top player ma anche per i maghi della panchina.