Troppi fischi in Italia per gli arbitri e gioco continuamente spezzettato. Il confronto tra il calcio nostrano e quello europeo diventa così argomento di discussione sul modo di intendere una partita.
Si prendono spessi fischi per fiaschi o si… fischia un po’ troppo? A volte le interpretazioni sui direttori di gara sono massacranti, forse con troppa crudeltà si analizza la prestazione di un arbitro in campo. Andando però a ragionare con criterio e coscienza, sicuramente la frequenza dei fischi per gli arbitri in gioco in una partita è eccessiva anche nei match più tranquilli.
Perché la tendenza ai fischi in Italia è un pochino esagerata, anche se minore rispetto agli anni passati. Il massimo fu raggiunto nel 2020, in particolar modo alla ripresa post covid quando i tabellini abbondavano di rigori. Con una regola illogica, i colpi di mano, dita, polpastrelli in area erano sempre e comunque puniti. In Serie A si abbondava un po’ troppo e tutto ciò divenne quanto meno insolito, come se il calcio italiano si fosse trasformato di colpo nel paese dei rigoristi.
In seguito meno rigori, ma fischi abbondanti. In Italia il pallone circola meno rispetto alle altre nazioni, un dato di fatto riscontrabile se prendiamo in paragone gli altri campionati.
I campionati europei divergono da tante caratteristiche, ma sicuramente gli arbitri nel gioco hanno una minor attitudine nei fischi. In Germania l’esempio è lampante. Le squadre sono molto più combattive che in Italia, tengono maggiormente la palla tra i piedi, corrono in media con qualche linea di velocità in più.
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E fanno pochi falli, o almeno pochi falli sanzionabili. Ed è anche raro vedere gare con dieci ammonizioni e cartellini rossi a iosa, il modo di intendere il calcio là è diverso. Con un’attitudine, crescente, invece alla protesta dalla panchina: curiosamente da quando si possono mostrare i cartellini ai mister, questi ultimi sembrano voler recitare un ruolo da protagonista nei referti.
Il calcio all’inglese, invece, nel modo di arbitrare sta cambiando. Perché non si fischia a prescindere, forse proprio per una minore qualità dell’arbitraggio oltre manica. Dove non c’è la cultura della protesta e del sospetto, e forse gli arbitri lì si stanno adagiando sugli allori.
Cosa che sarebbe impossibile in Italia, dove lasciarli tranquilli è ancora un’utopia. Tra campi dove accade di tutto, situazioni poco edificanti e ragazzini che compiono una sorta di missione umanitaria nei peggiori campi di terra battuta nei dilettanti.
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Dove i fischi in gioco degli arbitri arrivano quando devono arrivare (al contrario dei colleghi di A e B), senza l’ausilio di guardalinee e al freddo polare dati i periodi invernali. Anche loro sono parte di un mondo arbitrare che – in questo caso – dovrà aumentare le proprie tutele.
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